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Masci, Rosario Ilardo e San Biagio

Sono trascorsi cinque mesi da quando Rosario Ilardo ci ha

lasciati, ma il suo ricordo è vivo più che mai. Il legame con la sua Città non si è allentato, anzi egli continua a parlarci … e lo fa a modo suo, con la forza del pensiero, la chiarezza delle idee, la concretezza e la lungimiranza dei suoi progetti. L’evento culturale del 23 u.s., che ha visto la presentazione postuma del suo libro, L’antica Cappella di San Biagio nell’agro cephaleditano. Analisi e prospettive (Marsala Editore), ne è eloquente testimonianza: l’Ottagono di Santa Caterina era colmo di amici, estimatori, irriducibili amanti di Cefalù e delle sue bellezze, anche di quelle più nascoste come la piccola Cappella di San Biagio nel territorio di Cefalù, luogo dell’anima che Saro Ilardo ha frequentato sin dalla sua infanzia
Un pubblico motivato, rispettoso, attento, ha tributato l’omaggio più sentito all’uomo, al professionista, allo studioso. Negli spazi dell’Ottagono di Santa Caterina, valorizzati dall’installazione di una mostra fotografica sul sito di San Biagio, molto apprezzata per stile e criteri espositivi, sono riecheggiate le note medievali del canto gregoriano, che hanno conferito all’ambiente una suggestione d’altri tempi.
Ad introdurre e coordinare i lavori il prof. Pino Riggio, che già ad Isnello, qualche anno addietro, aveva avuto modo di apprezzare le qualità dello studioso col presentare L’Eccelsa Rupe, che, a detta dell’ex preside del Mandralisca, «resta l’unica completa banca dati su Cefalù, della quale nessun altro studioso potrà fare a meno».
Calorosi i saluti istituzionali del Sindaco Rosario Lapunzina, dell’Assessore alle politiche culturali prof. Vincenzo Garbo, del Vice Presidente della Consulta diocesana per i Beni culturali ecclesiastici dott. Valerio Di Vico. Significativa la presenza in aula del Presidente del Consiglio comunale avv. Giovanni Iuppa.
Ha aperto l’incontro il Magister della Comunità MASCI di Cefalù, dott. Salvatore Muffoletto, ponendo l’accento sul “servizio” reso da Rosario Ilardo alla collettività cefaludese con quest’ultima pregevole pubblicazione: «un servizio generato da un lavoro di ricerca denso e argomentato, dove “ragione” e “sentimento” si incontrano e si annodano gettando ulteriore luce su un periodo fecondo della storia del nostro territorio, quello degli Ordini religiosi; un lavoro ispirato da un grande amore per questa nostra terra, per la sua terra. Saro Ilardo è tornato alla Casa del Padre, ma con ciò non è venuto meno il “servizio” da lui reso al prossimo: come già fatto in altre analoghe circostanze, l’utile ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto, per sua espressa volontà, all’associazione di volontariato onlus Eccomi, che da anni opera in alcuni Paesi dell’Africa con progetti di sostegno internazionale rivolti soprattutto ai giovani in difficoltà … Circa un ventennio addietro, Rosario Ilardo aveva già delineato un Itinerarium animi - una Via della Bellezza e della Pace, come amava definirla, che includeva anche la Cappella di San Biagio con annesso cenobio - per la elaborazione di un progetto generale di recupero e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, monumentale di Cefalù e del suo territorio, auspicando - come scriveva l’Autore - ”una forma di stretta collaborazione e di dialogo tra la Città, la Chiesa locale, gli organi istituzionali che operano ai vari livelli, il mondo dell’associazionismo”: l’annuncio, di questi giorni, dell’inserimento della Cappella di San Biagio nell’Itinerarium Pulchritudinis, che tanto sta impegnando il nostro Vescovo, non può che vederci felici».
Don Liborio Asciutto, nella qualità di Assistente Ecclesiastico della Comunità MASCI di Cefalù, ha tracciato una sintesi del lavoro di Saro Ilardo, di cui ha apprezzato «l’acribia dell’archeologo o del filologo» nel rivolgere «la sua attenzione non solo alla Cappella di San Biagio, ma anche all’annesso cenobio le cui strutture sono ormai quasi del tutto scomparse, ma di cui riesce a ricostruirne la planimetria, anche perché è proprio attraverso tale cenobio che si possono mettere in luce le vicende storiche del complesso». Grazie al lavoro minuzioso e puntuale di Saro Ilardo, «veniamo così a conoscere tre realtà religiose che si sono succedute nel nostro territorio: la benedettina, la basiliana e la domenicana. Proprio per tali presenze, la storia di San Biagio si collega per un verso al Santuario mariano di Gibilmanna e, per altro verso, al complesso monumentale di San Domenico in Cefalù». Ma l’autore non si limita a scandagliare solo le vicende storiche del passato: «egli si proietta verso un possibile restauro, la valorizzazione e fruizione di tale complesso ai fini non solo della sua conservazione, ma per farne eccelso luogo di spiritualità e di formazione … Non sappiamo se e quando tutto ciò si realizzerà, ma, in ogni caso, Saro Ilardo ci ha lasciato una preziosa documentazione storica di realtà che hanno inciso indelebilmente nella storia di Cefalù».
Don Pietro Piraino, responsabile dell’Archivio Storico Diocesano, ha messo in evidenza, in ambito archivistico, la delicatezza del lavoro dello storico, che ha il dovere morale di riferire il contenuto oggettivo del documento, dopo averne verificato scrupolosamente la sua attendibilità attraverso il rigoroso confronto con le altre fonti. Come ha ben precisato don Piraino, «uno storico può far dire a un documento ciò che vuole», alterandone il contenuto per piegarlo alle proprie convinzioni ed esigenze di studio: il grande merito di Rosario Ilardo risiede, oltre che nell’acume con cui ha indagato le carte, anche nella capacità di interpretare il documento contestualizzandolo, cioè collocandolo nel giusto ambito storico – culturale – religioso di riferimento.
Emotivamente toccante e appassionato l’intervento conclusivo del prof. arch. Marcello Panzarella, autore della prefazione, che, nel confessare «la commozione intensa » che le pagine del libro gli hanno regalato, ha rimarcato come «la ragione, l’ordine, la chiarezza e la documentazione ineccepibile, sono poste al servizio, anche qui, dello scopo principale della scrittura dell’Autore, vale a dire l’amore, la cura, l’afflato che muove alla custodia di un mondo minuto eppure denso come l’universo, il mondo della vita, della memoria e di tutta una genealogia di comunità e di affetti che trascolora e si sublima nella consegna di un tempo passato all’oggi e al futuro … Col procedere nella lettura, nell’inoltrarmi tra le pagine della trattazione, mi è sembrato di comprendere l’urgenza che sempre più mosse l’Autore a compiere la consegna dell’opera ai suoi concittadini: in realtà io credo che, in queste pagine, egli volesse donarci, insieme con la storia narrata, anche una porzione non piccola della sua vera anima … Vive essa qui, e bisogna dar seguito, senza indugio, a ciò che essa ci indica, ascoltando lei che ci si offre, lei che a noi, nuda e inerme, si consegna».
E noi, come adulti scout, nel custodire i frutti della preziosa testimonianza di vita di Saro Ilardo, faremo tesoro di quanto egli ci ha indicato, e cioè di cercare di vedere il mondo e le sue bellezze con gli occhi dell’anima, e faremo nostra, altresì, l’esortazione che egli ha rivolto ad «ogni cittadino – giovane, adulto, anziano, singolo o associato che sia – a cingersi i fianchi ovverosia a non scrollare le spalle, ma a sbracciarsi per la propria Città, promuovendone la crescita civile, sociale e culturale, in nome di una cittadinanza attiva, solidale e responsabile».
I familiari del dott. Ilardo ringraziano quanti si sono adoperati, con spirito di servizio, per la migliore riuscita della manifestazione e per l’allestimento della mostra fotografica, curata dalla locale Comunità MASCI e patrocinata dal Comune di Cefalù. Un particolare ringraziamento rivolgono, inoltre, al compianto arch. Salvatore Culotta, al prof. Franco D’Anna, al prof. Giuseppe Forte e ad Italo Piazza, per la sensibilità dimostrata nel concorrere in parte alla stampa del libro.
(Il libro è reperibile presso la sede MASCI in via Roma 1, ogni martedì dalle 18.30 alle 20.00, o presso la libreria Misuraca in via Matteotti).
La Comunità MASCI di Cefalù

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