E' passato un anno, ed ancora una volta, non è possibile festeggiare adeguatamente S. Leonardo.
Don Reffo dice di lui che è stato “straordinario nell'ordinario” e quindi mi piace vedere le limitazioni dovute alla pandemia come qualcosa di straordinario che si innesta nell'ordinarietà della vita di ogni giorno per sconvolgerla, per spingere a cambiare abitudini e modi di fare e di pensare.
Chissa se tutto questo non possa servire, come io mi auguro, a vivere più intensamente e più sentitamente il nostro rapporto col divino ed a ripensare e meditare sulle conseguenze fisiche sociali economiche ed etiche delle azioni di ciascuno di noi. San Leonardo ancora una volta ci viene in aiuto, invitandoci alla preghiera, al raccoglimento, all'ascolto della parola di Dio, Dio che ci ama così tanto, nonostante i nostri dinieghi, da dare il proprio figlio per la nostra salvezza.
Il Murialdo, inserito a pieno nella società e nella storia del momento, si è fatto “amico, fratello e padre” di tutti e di ciascuno per lenire sofferenze, aiutare a trovare strade , correggere errori con autorevolezza ed a volte anche con durezza, pur dimostrando sempre amore e comprensione verso la persona che sbagliava.
“Fare il bene e farlo bene” ecco uno degli assiomi del Murialdo che oggi i membri della sua numerosa famiglia sia nella componente laica che in quella ecclesiastica, dovrebbero tenere bene in mente per essere in grado, seguendo il suo esempio, di vincere le sfide del nostro tempo..
Vivere la storia e vivere nella storia, infatti, significa rendersi conto dei problemi e dei bisogni della vita attuale, delle categorie o dei gruppi che oggi più che mai necessitano di assistenza e sostegno. Auguri a tutti e buona festa del Murialdo, nonostante le limitazioni!