12 Gennaio 2024 - AIUTARE I PIÙ DEBOLI
“Lo so: cadrai. Anch’io cado e spesso e sempre. Ma quando alzo lo sguardo a Lui che vedo incapace di vendicarsi perché è fisso in croce per eccesso d’amore, mi lascio accarezzare dalla sua infinita misericordia e so che quella sola ha da trionfare in me”. (Chiara Lubich – 8.1945)
Quando vediamo una persona indifesa il primo sentimento che sgorga dal nostro cuore è la tenerezza. Ad esempio con un neonato.
Dobbiamo esercitarci a vedere la debolezza degli altri con tenerezza, con un sentimento che ci porti ad aiutare invece che criticare.
Tante persone sono disprezzate per le loro debolezze e sprofondano nei propri limiti perché nessuno offre loro aiuto.
Ci sono i deboli che sono frutto della società in cui viviamo. I senza tetto e senza terra, gli immigrati, i disoccupati, gli emarginati, persone con necessità speciali a causa di un limite fisico o mentale.
Dobbiamo sentire la debolezza altrui come fosse la nostra e cercare insieme una soluzione con la forza della fraternità.
Dio tratta il debole con tenerezza e lo sceglie per confondere i forti.
Chi è più debole di un Dio crocifisso? E chi è più forte di un Dio risuscitato?
Apolonio Carvalho Nascimento
Mc 2,1-12: «Che cosa è più facile: dire al paralitico "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Àlzati, prendi la tua barella e cammina"? ».