Il 15 gennaio la Chiesa ricorda S. Mauro abate e la comunità maurina
del SS. Salvatore alla Torre, originaria di San Mauro Castelverde, oggi ha voluto celebrare il santo patrono con una liturgia eucaristica, in sintonia con quella che si svolge a San Mauro, per non dimenticare la propria identità culturale e le tradizioni legate al paese di origine.
S. Mauro, abate benedettino, vissuto nel VI secolo, secondo la tradizione, ha dato il nome alla suddetta comunità a seguito della donazione da parte dei monaci benedettini di una reliquia, che consiste in un osso del cranio racchiuso in un testa d’argento, particolarmente venerata e portata in processione insieme alla vara col fercolo del Santo.
A S.Mauro, che si distinse per numerose sue virtù, sono attribuite opere prodigiose come camminare sulle acque, vedere e scacciare i demoni. Si ricorda che, inviato a salvare il confratello Placido che stava per annegare, corse a salvarlo e solo dopo si accorse di avere camminato sulle acque. Miracolo questo, attribuito alla virtù dell’obbedienza.
Venerato come patrono da molti paesi in Italia, è stato da sempre invocato dai maurini, anche da quelli che per vari motivi si trovano sparsi per il mondo, come intercessore per guarire ogni sorta di malattie e in tutte le situazioni di difficoltà e pericolo.
La comunità maurina esprime la propria gratitudine ai Padri Giuseppini che hanno consentito di raccogliersi attorno all’altare e di invocare la protezione di S.Mauro su di loro e le loro famiglie.
La S.Messa, celebrata da padre Luigi Carucci, si è conclusa con la preghiera recitata a S.Mauro:
O prediletto da Dio gloriosissimo San Mauro, giacchè Voi foste l’asilo degli infermi, consolatore degli afflitti e protettore dei bisognosi, e tanti prodigi ha, per mezzo vostro, operato la divina Onnipotenza, che basta ricorrere a Voi per ricevere soccorso in ogni necessità; liberateci da ogni male, otteneteci ogni bene e la grazia finale in nostra morte per goderVi con Dio nell’eternità.
Così sia.
Cettina Turrisi