Venerdì 25-1-2019 (Mc 16,15-18)
Se non si cade da cavallo, non si diventa un apostolo del Vangelo. Cosa voglio dire? Il cavallo anticamente era l'immagine della potenza. Perciò, chi confida nelle proprie capacità umane non può essere un evangelizzatore, cioè un portatore della salvezza di Gesù Cristo. San Paolo, prima di essere chiamato e mandato dal Signore ad evangelizzare, è dovuto cadere dal suo cavallo. Qual era la forza e la potenza di San Paolo? La sua intelligenza e conoscenza della legge di Mosè e, soprattutto, la sua obbedienza radicale alla legge che lo aveva reso legalista e moralista. Per lui, chi non osservava la legge doveva essere punito e persino ammazzato, perciò si mise a perseguitare i cristiani che, da lui, erano considerati bestemmiatori del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.
Per accogliere Cristo e la sua salvezza, Paolo dovette rinunciare al suo cavallo (tutta la sua scienza e forza umana). Nell'incontro con Cristo, Paolo considerò spazzatura tutto quello che prima lo aveva reso importante e famoso nel mondo ebraico. Ricolmo dello Spirito di Cristo, Paolo annunciò il Vangelo della salvezza non confidando nelle proprie forze e nella sapienza umana, ma con la forza e la sapienza che gli venivano dall'Alto.
L'evangelizzatore che pensa di attirare le anime a Cristo basandosi sulle proprie capacità umane sperimenterà il fallimento della sua parola e delle sue azioni. Non è la laurea in teologia che rende efficace la parola e l'azione dell'evangelizzatore, ma la sua unione con Cristo. L'evangelizzatore che è vuoto della potenza dello Spirito Santo, quando parla e agisce è come un cembalo che tintinna, cioè fa solo chiasso.
... Esseri autentici evangelizzatori della salvezza di Cristo, sempre più uniti a Cristo, per dire con San Paolo: "Per me vivere è Cristo".
Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)