Sabato 9-2-2019 (Mc 6,30-34)
È stupenda la scena dei discepoli che, dopo una giornata di grande evangelizzazione, si mettono intorno a Gesù per raccontargli tutto quello che hanno fatto e insegnato nelle suo Nome. Noi preti e voi laici dovremmo imitare i discepoli. Dopo una giornata di lavoro, invece di metterci davanti alla televisione per ammazzare il tempo, sarebbe bello chiuderci nella stanza e, davanti a una immagine di Gesù, raccontargli tutte le gioie, le paure, le delusioni, i dolori che abbiamo vissuto, tutti gli incontri e gli errori che abbiamo fatto, tutto il bene che avremmo dovuto fare e il bene che abbiamo fatto. È bello raccontare a Gesù anche gli episodi in cui abbiamo sperimentato la sua presenza di tenerezza e di misericordia. Qualcuno potrebbe dire: "E inutile raccontare a Gesù quello che abbiamo fatto, detto e sperimentato, perchè Egli già conosce le nostre azioni e scruta i pensieri e sentimenti del nostro cuore". È vero, però Gesù è il nostro amico e all'amico si racconta tutto. Lo stesso Gesù una volta disse Gli apostoli: "Vi considero miei amici e vi ho rivelato tutto quello che il Padre mio mi ha detto".
A Gesù piace che noi gli raccontiamo il nostro vissuto quotidiano. Se durante il giorno abbiamo fatto degli errori, diremo a Gesù: "Perdonami, Gesù!" Se siamo stati pazienti, generosi, amabili e caritatevoli, diremo a Gesù: "Ti lodo e benedico, Gesù, per la grazia che mi hai dato nel compiere opere buone".
Questi momenti a solo a solo con Gesù sono essenziali per sentire la sua amicizia più intimamente. Accogliamo senza indugio l'invito serale di Gesù che ci dice: "Vieni in disparte, perché voglio parlare al tuo cuore". Stare con Gesù è riposarsi. Egli calma tutte le nostre ansie, ci conforta nelle nostre tribolazioni, ci illumina nei nostri dubbi e ci dà forza nelle nostre debolezze.
Non sciupiamo il tempo della sera in cose inutili.
Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)