Ho passato la vita a guardare negli occhi
della gente: è l'unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un'anima" diceva José Samarago.
E' proprio vero: tante volte il primo contatto con le persone lo cerchiamo con gli occhi; oppure tentiamo di sottrarci, distogliendo lo sguardo.
Spesso uno sguardo dice molto di più di tante parole.
Guardare è un modo di agire potente, che costruisce o distrugge, fa rinascere o uccide.
"Guardiamoci bene negli occhi" si dice per chiedere una relazione fra persone senza menzogne e senza inganni, perchè, come si dice ancora, "Gli occhi sono lo specchio dell'anima".
Tanti sguardi ci sono nelle nostre relazioni.
Si possono vedere tante cose nella vita, ma quando le guardi, stabilisci una relazione: di simpatia, di solidarietà, di intesa; tra amici, spesso, ci si capisce con uno sguardo.
A volte c'è anche lo sguardo dell'indifferenza, che forse è il più brutto di tutti, perchè tradisce le possibilità di incontro che stanno in quel gesto e lo rendono inutile, abitudinario, banale, incapace di toccare il cuore.
Nel Vangelo di Gesù ne abbiamo un esempio significativo nella parabola del samaritano: egli "vide" un uomo assalito dai banditi, che giaceva sul ciglio della strada, si avvicinò e si fermò a soccorrerlo.
Altri due scendevano per quella stessa strada, da Gerusalemme a Gerico, "videro"... e passarono oltre. Il lovedere, il loro guardare non fu un incontro.
Papa Francesco ci dice spesso che nel nostro tempo si vive "la globalizzazione dell'indifferenza": quel "vedere e passare oltre", quel non vedere, che ci rende, che ci rende complici, magari di ciò che a parole condanniamo.
C'è anche, a volte, lo sguardo dell'invidia che ha a che fare con il guardare male, col volere male:: la parola "malocchio" non è certo a caso. E' uno sguardo cattivo, che quasi mai è capace di guardare negli occhi, perchè nasconde i suoi veri sentimenti. L'occhio invidioso sciupa.
Ciò che di bello entra in noi dagli occhi, invece, ci fa bene e gli occhi belli sono quelli che guardano con tenerezza, che offrono benevolenza, anziché creare una distanza; che accolgono, anziché scrutare; che accarezzano, anziché dominare, provocare, disprezzare, sfidare.
"Occhio per occhio... -diceva Gandhi- ...e il mondo diventa cieco".
Lo sguardo è luogo di reciprocità, paradossale apertura all'invisibile, perchè ciò che possiamo vedere va oltre ciò che possiamo guardare; la realtà, e ancora di più le persone, sono intessute di invisibile, di un tempo che non è solo il presente, di infinito, di vita che pulsa ed è sempre più grande delle forme che possiamo abbracciare con uno sguardo.
Dice un proverbio africano: E' cieco chi guarda solo con gli occhi": incontrare gli occhi di un altro, nella verità, non ci lascia mai come prima. Sia allora il nostro sguardo, sin dalla mattina, ricettivo alla meraviglia, pronto alla benevolenza, spalancato sull'infinito.
Dicono che quando uno segue il cuore, gli occhi fanno una luce diversa... Buona vita.
p.Mario Aldegani, padre generale
(Vita Giuseppina, 8-2017)