[editoriale del numero di gennaio 2019 di Vita Giuseppina, a
firma del Padre Generale Tullio Locatelli]
All’inizio del nuovo anno 2019 esprimo l’augurio che ogni lettore di Vita Giuseppina possa fare proprio e vivere nelle diverse realtà l’invito che il sinodo ha rivolto a tutta la Chiesa: essere in cammino con i giovani. L’icona del racconto lucano dell'esperienza pasquale dei discepoli di Emmaus è stata l'immagine-guida della riflessione nel Capitolo Generale XXIII, celebrato a Quito, Ecuador, nel giugno 2018. La stessa icona fa da guida al testo del documento finale del sinodo quando si parla dell’accompagnamento dei giovani in vista del loro discernimento vocazionale.
Scrivono i padri sinodali: "Come insegna il racconto dei discepoli di Emmaus, accompagnare richiede la disponibilità a fare insieme un tratto di strada, stabilendo una relazione significativa. L’origine del termine "accompagnare" rinvia al pane spezzato e condiviso (cum pane), con tutta la ricchezza simbolica umana e sacra-mentale di questo rimando. È dunque la comunità nel suo insieme il soggetto primo dell’accompagnamento, proprio perchè nel suo seno si sviluppa quella trama di relazioni che può sostenere la persona nel suo cammino e fornirle punti di riferimento e di orientamento. L’accompagnamento nella crescita umana e cristiana verso la vita adulta è una delle forme con cui la comunità si mostra capace di rinnovarsi e di rinnovare il mondo” (Sinodo, Documento Finale, 92).
Nel documento finale del CG XXIII si legge: "Vedere il mondo dei giovani per conoscerlo richiede disponibilità di tempo per vivere accanto a loro e camminare insieme, per ascoltare le loro storie, le loro gioie e speranze, le loro tristezze ed angosce per condividerle: è questa la strada per inculturare il Vangelo ed evangelizzare ogni cultura, anche quella giovanile” (CG XXIII, 12).
Il sinodo continua chiamando in causa la famiglia, primo luogo del camminare insieme di adulti e giovani, gli insegnanti, gli allenatori, i catechisti, i responsabili di gruppi ed associazioni, sacerdoti e religiosi/e, e altre figure di riferimento che possono svolgere un ruolo di accompagnamento nei vari ambiti della vita dei giovani.
Certo occorre disponibilità di tempo, un poco di pazienza, tanta capacità di ascolto, e, soprattutto, un sentirsi a servizio della vocazione del giovane. Qualcuno da tempo scrive che gli adulti fanno fatica a comprendere i giovani, a stare con loro, ad essere per loro testimoni di vita civile e cristiana.
Il testo sinodale dice chiaramente: "Per compiere un vero cammino di maturazione i giovani hanno bisogno di adulti autorevoli” (Sinodo, Documento Finale, 71). Ritornano alla mente le parole di san Paolo VI: "L’uomo con-temporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, è perchè sono dei testimoni. Egli prova in effetti una istintiva avversione per tutto ciò che può apparire come inganno, facciata, compromesso.
In questo contesto si comprende l’importanza di una vita che risuona veramente del Vangelo! Questo testo che incontriamo nella Evangelii Nuntiandi al n. 41, Paolo VI lo aveva pronunciato una prima volta parlando dell'apo-stolato al Pontificio Consiglio per i laici nel 1974.
Da questa prospettiva il camminare insieme con i giovani inter-roga profondamente il mondo degli adulti, ponendo delle domande alle quali non si può sfuggire, tra di esse la principale mi sembra questa: la vita di un adulto risuona veramente di Vangelo?
Infine scrivono i padri sinodali: "I giovani chiedono che la Chiesa brilli per autenticità, esemplarità, competenza, corresponsabilità e solidità culturale. A volte questa richiesta suona come una critica, ma spesso assume la forma positiva di un impegno personale per una comunità fraterna, accogliente, gioiosa e impegnata profeticamente a lottare contro l’ingiustizia sociale. Tra le attese dei giovani spicca in particolare il desiderio che nella Chiesa si adotti uno stile di dialogo meno paternalistico e più schietto” (Sinodo, DF, 57).
Non solo quindi un invito generico al camminare insieme con i giovani, ma anche l’indicazione di alcune condizioni necessarie perchè porti frutto. Dawero, come è stato detto e scritto, il sinodo comincia adesso!
p. Tullio Locatelli, padre generale
Vita Giuseppina 1- 2019
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