[Vita Giuseppina n.2 marzo 2020]
La festa di San Giuseppe in questo anno 2020, per noi Anno Murialdino, ha un significato particolare: essa ci prepara a ricordare i 150 anni della proclamazione di san Giuseppe quale patrono della Chiesa universale: 8 dicembre 1870.
Ci si potrebbe chiedere in quale modo san Giuseppe esprima questa prerogativa. Ce lo spiega il venerabile don Eugenio Reffo: "San Giuseppe sta in mezzo ai cristiani, li accompagna nel loro pellegrinaggio, li dirige, li consola, e li rassicura con la sua amabile presenza e con il suo potere”. Del tutto diverso da un san Michele Arcangelo armato di spada fiammeggiante, o di un san Giorgio soldato a cavallo con la lancia pronto a colpire! San Giuseppe conserva tutta la sua umiltà e discrezione, ma non per questo è lontano e non capace di esprimere il suo patrocinio.
Nel suo patrocinio san Giuseppe opera per pacificare, custodire, fondare la comunione, e, soprattutto, esprime verso la Chiesa tutta e verso ogni fedele lo stesso amore paterno che egli manifestò verso Gesù, a lui affidato. È una dolce paternità scrive ancora don Reffo, grazie alla quale ognuno si sente confortato e sorretto nella sua vita umana e cristiana.
La Famiglia del Murialdo vive in forza del suo carisma un forte amore verso la Chiesa e, in modo speciale, verso il papa.
Scriveva il Murialdo: ”Stimiamo, amiamo, veneriamo il papa. Stimiamo ed amiamo il papa anche per le sue doti e virtù umane, ma soprattutto per un motivo di fede: egli è il Vicario di Gesù Cristo, il capo di tutta la chiesa cattolica" (Scritti VI, 446).
Un bel quadro del pittore Enrico Reffo presenta san Giuseppe patrono della chiesa. Con lo sguardo rivolto a Gesù fanciullo, san Giuseppe tiene la sua mano sinistra sul cuore e la destra rivolta verso un angelo che gli presenta la basilica di san Pietro. Sembra che san Giuseppe voglia assicurare Gesù che come ha protetto lui nella vita terrena, oggi mantiene l’impegno di proteggere la Chiesa. Nel 1870 si invocò san Giuseppe soprattutto contro i nemici esterni alla Chiesa, perchè il
papa si sentiva defraudato delle sue prerogative e messo in condizione di non agire più con la libertà esigita dal suo ufficio. Forse oggi siamo più attenti a evidenziare cio‘ che all’interno della Chiesa porta divisione e sconcerto, con accuse e critiche al papa delle quali i mezzi di comunicazione sociale si fanno portatori e diffusori. Alcune prese di posizione, specie su temi sociali e di carattere morale, espresse da papa Francesco sono spesso contestate, se non rifiutate. Eppure è stato chiesto al gesuita Spadaro, oggi direttore della Civiltà Cattolica, in cosa consistesse la novità dell’annuncio di papa Francesco, egli rispose: "Non ci sono novità, papa Francesco annuncia il Vangelo". Si potrebbe aggiungere che del Vangelo il papa Francesco si è fatto interprete e portavoce delle pagine più sco— mode, quelle che non ci permettono di avere una coscienza tranquilla ed accomodante. San Giuseppe, quindi, non ha perso il suo... lavoro di patrono. Tanto più che papa Francesco è un grande devoto di san Giuseppe e nella sua festa liturgica ha dato inizio al suo pontificato: 19 marzo 2013. Celebriamo l’Anno Murialdino per rinnovare il nostro amore alla Chiesa e al papa.
p. Tullio Locatelli, padre generale