6 marzo 2020
O Dio, Padre che tutto puoi, Creatore del Cielo e della Terra, di ogni cosa visibile e invisibile, oggi tutta la nostra Chiesa di Cefalù cerca il Tuo volto;
desidera aprire con Te una “interconnessione” un po’ speciale.
Ti chiediamo di farci abitare la rete del Tuo Amore.
Lo sai bene che non si tratta di un infantile capriccio.
È un nostro bisogno filiale tanto cresciuto in questi giorni.
Come Tuoi figli questa volta siamo particolarmente esigenti.
Cerchiamo rifugio nella zona rossa del Tuo cuore per una sorta di silenziosa ed eloquente quarantena, per essere custoditi e protetti dall’incalzare delle diverse pandemie che vogliono infettare l’identità della Tua Paternità, del Tuo essere il Bene, il Sommo Bene.
In punta di piedi e senza mascherine sul nostro volto vogliamo raggiungerti.
Lo facciamo con la preghiera, il canale più potente della Fede.
Quello che ti permette di possedere, senza costo alcuno, traffico e giga illimitati per dialogare con Te.
Quello che ti consente di esprimere anche l’inesprimibile, di ricevere la Tua Luce, di acquistare a costo zero tutti gli anticorpi necessari per distruggere quella costellazione di virus che ancora non riusciamo a isolare: ansia, paura del futuro, scoraggiamento, passività, immobilismo.
Caro Padre, il nostro presente, le nostre anime sono attraversate da oscuri orizzonti.
Il coronavirus e le difficili scelte per combatterlo e vincerlo, il riscaldamento climatico con la sua crisi ecologica radicale e globale pare ci balbettino la prospettiva di una probabile fine dell’umanità. Per tanti profeti di catastrofi, possibilmente con una scadenza a breve termine.
Così, stupidamente, abbiamo forse anche pensato di vivere i tempi finali prima della fine dei tempi. Ci hanno dato da bere l’acqua tirata fuori dal pozzo delle bugie con il secchio delle fake news. Anche noi ce ne siamo dissetati.
Il prezzo di tali menzogne è un’ingigantita sindrome del contagio universale attaccatosi come una zecca velenosa sulla nostra pelle.
Perdonaci, pertanto, Padre, se schiacciati dal peso delle onde oceaniche delle nostre paure e fragilità, non abbiamo più ascoltato la Tua voce.
Perdonaci, se abbiamo smarrito la fede in Te come Dio-Padre che si prende cura di ogni figlio, da Te creato per Amore.
Perdonaci se quel: «Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati»[1], consegnatoci da tuo Figlio Gesù Cristo per possedere la sapienza del cuore, è stato cancellato dal desktop della nostra Fede.
Perdonaci, se abbiamo cestinato le litanie della speranza, le invocazioni che chiedono la conversione dei nostri cuori, l’appello a sentirci invitati a una vita più sobria che ci conduca all’essenziale e che ci allontani da quel lacerante e strisciante sentimento di insoddisfazione che fa da cornice alle nostre giornate.
Perdonaci, Padre, se ancora non riusciamo, collettivamente, cattolicamente, a prenderci cura, a essere i custodi gelosi della casa comune che Tu ci hai affidato.
Ti chiediamo, inoltre, di fronte alla desolazione dei nostri contadini e pastori che attendono la pioggia per dare da mangiare alle famiglie e di tutti quei nostri fratelli di ogni angolo della terra positivi al Coronavirus che attendono la scoperta di un vaccino, di renderli immuni dal virus della disperazione.
Concedici di restare ancora connessi alla Tua Rete dove l’Amore e la Speranza ci fanno sentire la voce dell’Eternità che ci ricorda che Tu sei il Creatore e il Salvatore.
Amen.
✠ Giuseppe Marciante
Vescovo di Cefalù