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Agire con rettitudine

20 Marzo 2023 - AGIRE CON RETTITUDINE

Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito
Salvatore, riconosco in te il liberatore che assolve tutte le mie cattive azioni. Cancella i miei peccati, conferma il tuo perdono, tu che sai dimenticare i mali. Strappa il mio titolo di condanna, e liberami. Tu sei, infatti, Signore, il mio Re e mio Dio, che vuoi salvare tutti gli uomini.
S. Romano il Melode

Agire rettamente significa essere onesti, giusti, sinceri, fedeli.
L'onestà è una virtù di immenso valore. È ciò che genera fiducia tra le persone.
Sono giusto quando riconosco le qualità degli altri e rispetto i loro meriti. Sono giusto anche quando mostro ciò che deve essere corretto e aiuto le persone a tornare sulla retta via.
Sono sincero quando amo con cuore puro, senza pretese; quando il mio amore si esprime con gesti concreti.
Sono fedele quando l'amore reciproco è per me la norma delle norme, quando lo scelgo veramente come stile di vita.

Apolonio Carvalho Nascimento

Mt 1, 16.18-21.24a: «Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

COMMENTO DI DON PAOLO QUATTRONE

La Chiesa ci fa celebrare oggi la festa di san Giuseppe anche se in realtà il giorno giusto era ieri ma siccome la domenica prevale su tutto ecco che lo si festeggia oggi.

Guardiamo al brano di Vangelo dove leggiamo che Giuseppe viene chiamato, scelto da Dio per essere padre di Gesù, padre che dovrà accogliere il Figlio di Dio che si farà uomo.

Non mancano di certo in lui i tentennamenti, i dubbi e la paura soprattutto di essere chiamato a qualcosa di più grande di lui, di essere coinvolto in una storia troppo complessa ed impegnativa, a lui tutto sommato bastava essere sposo di Maria e costruire una famiglia normale.

Primo insegnamento che ci offre la storia di san Giuseppe è non aver paura delle cose che riteniamo essere più grandi di noi,
non dubitare dei nostri mezzi e capacità, a certe situazioni sembrano più grandi di noi e ci facciamo prendere dal panico ma si tratta di credere un po’ più in noi stessi e nell’aiuto di Dio.

Dio affida a san Giuseppe il suo Figlio è chiamato ad esercitare una paternità particolare non secondo quello che lui si aspettava, è chiamato a prendersi cura di una situazione inattesa, Maria era sì la sua di1 fidanzata ma la storia Gesù e del Figlio di Dio non era assolutamente prevista.

Quante volte anche per noi la vita è imprevedibile, nel bene e nel male ma come per Giuseppe, ciò che ci viene chiesto è di prenderci cura di ciò che accade, delle persone che ci troviamo di fronte, del presente così com’è.

Essere padri e madri, esercitare la paternità e la maternità non è solo avere un figlio, una figlia ma è saper custodire, sapermi prendere cura di qualcosa, di qualcuno, è saper accogliere ciò che accade e farmene carico, metterci del mio, non fuggire ma accogliere la situazione, la persona che mi si para davanti anche se io mi aspettavo altro.

Giuseppe si immaginava di essere padre e marito chissà come, aveva in testa un’idea di famiglia, di matrimonio ma la vita lo spiazza e può fare due cose: fuggire, smarcarsi, tirarsi fuori da questa storia strana ed assurda oppure accogliere ciò che accade e cercare di amare, di mettere amore nella situazione nella quale si trova e con le persone che gli vengono affidate confidando anche nel sostegno di Dio.

E’ un po’ come accade con i figli, non te li scegli, li metti al mondo e poi devi amarli per ciò che fa sono e non per ciò che tu vorresti.

La vita spesso ci mette davanti delle situazioni che non scegliamo, che non ci aspettavamo che però possiamo accogliere mettendoci in gioco e cercando di amare con l’aiuto di Dio.

 

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