Cefalù, 9 dicembre, ore 15,30. La sala “Sansoni” del Palazzo
Vescovile di Cefalù si riempie poco a poco di docenti di religione per partecipare al Seminario di Formazione sulla “Modernità” di don Milani tenuto dal Prof. Ernesto Diaco, Direttore Nazionale CEI per l’Educazione, la Scuola e l’Università.
Il Direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi, Prof. Giuseppe Simplicio, accoglie i partecipanti e li invita a prendere posto mentre fervono gli ultimi preparativi per la diretta web su Federico Cammarata TV. Puntualissimo, come sempre, Sua Eccellenza Vincenzo Manzella, Vescovo di Cefalù fa il suo ingresso; è tutto pronto e ha inizio il seminario.
Una breve introduzione da parte del Direttore, Prof. Giuseppe Simplicio, quindi il Vescovo prende la parola offrendoci un breve quadro della vita di don Milani; infine, il Prof Diaco, attraverso un viaggio immaginario, reso reale da immagini proiettate, ci accompagna nei luoghi dove ha vissuto don Milani, per comprendere meglio il suo stile, la sua mentalità, la sua crescita umana e spirituale; ma, soprattutto, il suo “metodo di fare scuola”.
Il viaggio è iniziato dalla casa dove don Milani è nato, a Firenze; prosegue verso villa Gigliola a Montespertoli, dove, nella cappella di famiglia, ha preso in mano, per la prima volta, il Messale; la chiesa di San Donato di Calenzano, dove ha lavorato per una scuola popolare di operai; la chiesetta e la canonica di Barbiana, dove è stato priore per tredici anni; infine il cimitero di Barbiana, nel quale ha acquistato una tomba subito dopo essere arrivato in quel paesino, per la volontà di rimanere per sempre legato a quella piccola comunità, e lì, ancora oggi, riposa il suo corpo.
Le immagini hanno fatto da cornice a tutta la relazione del Prof. Diaco e ci hanno condotto nella scuola di Barbiana dove don Milani ha passato il periodo più importante della sua vita, mettendo in pratica un tipo di scuola “rivoluzionaria” per quel tempo, e lui stesso riconosce che sarebbe stata compresa solo da lì a 50 anni. Così, in un’alternanza di immagini e scritti di don Milani, il Prof. Diaco ci presenta la scuola di Barbiana:
• Una scuola che non esclude ma include; dove non c’è competizione, dove c’è personalizzazione, individualizzazione dell’insegnamento, dove non si andava avanti se qualcuno restava indietro, dove l’obiettivo era elevare il povero ad un livello superiore, più umano, più cristiano, più spirituale.
• Una scuola che, per far maturare il cristiano, fa crescere l’Uomo; che non mira solo ad educare il cattolico, ma si rivolge a tutti.
• Una scuola che non scende a compromessi, che pretende perché dà tutto; che non vuole appiattire tutti verso il basso ma elevare tutti verso l’alto.
Oggi la chiamiamo “scuola inclusiva”.
• Una scuola che «dà» la parola per rendere liberi, infatti, “perché i ragazzi arrivino in alto, non devono essere schiavi dell’ignoranza”.
• Una scuola in cui gli alunni sono anche maestri, ma sempre nel rispetto dei ruoli, solo che i più bravi fanno lezione agli altri.
Oggi parliamo di cooperative learning o tutoring.
• Una scuola aperta alla realtà, al mondo, alla vita, che vuole formare lo spirito critico dei ragazzi; una scuola in cui s’impara facendo.
Oggi lo chiamiamo apprendimento per Episodi di Apprendimento Situato o per Compiti di realtà.
• Una scuola con un fine «onesto»: dedicarsi al prossimo. Ogni insegnante deve avere un obiettivo e l’obiettivo di don Milani era quello di insegnare ai ragazzi a “dedicarsi agli altri”.
Oggi parliamo di didattica per obiettivi.
Una figura, quella di don Milani, rivoluzionaria e attualissima nel suo guardare alla scuola e, soprattutto, agli alunni dei quali era veramente innamoratissimo.