“Grazie, padre!” - Il Granellino di senape - Mercoledì 13-11-2019
(Lc 17,11-19) Sono pochissimi quei penitenti che, dopo essere stati assolti dai loro peccati, dicono al sacerdote: “Grazie, padre!”. Per me è una gioia quando mi si dice 'Grazie'. Forse è uno su dieci che ha il senso di gratitudine dopo aver ricevuto l'assoluzione. A mio avviso, chi dice grazie è il penitente che ha chiesto il perdono dei peccati con la contrizione del cuore.
L'ingratitudine è una ingiustizia in quanto non si riconosce il bene ricevuto.
La preghiera di ringraziamento scaturisce dalla consapevolezza che quello che abbiamo o siamo è dono gratuito del Signore.
Ogni avvenimento, piccolo o grande che sia, può diventare motivo di ringraziamento al Signore.
Dice San Paolo ai Tessalonicesi: “In ogni cosa rendete grazie” (1 Ts 5,18).
Non bisogna rendere grazie al Signore solo per i doni materiali, ma anche (e soprattutto) per i doni spirituali.
L'Eucarestia è la preghiera di ringraziamento per eccellenza. Con l'Eucarestia rendiamo grazie a Dio Padre per averci donato Gesù Cristo come nostro Salvatore, a Gesù Cristo che si è offerto al Padre come nostra Salvezza e allo Spirito Santo che ce lo rende sacramentalmente presente sull'altare come nostro cibo spirituale. L'Eucarestia è un'azione di grazie alla SS. Trinità per il dono della creazione, della ricreazione (redenzione) e santificazione.
Tutto è dono gratuito nella nostra vita. Purtroppo sono pochi quei cristiani che celebrano l'Eucarestia domenicale. Chi non sa dire grazie al Signore non sa neppure dire grazie al prossimo.
Cari amici lettori, grazie perché ogni giorno mi sostenete con la vostra preghiera.
Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo Dei Padri Vocazionisti)
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