IL GRANELLINO - (Lc 6,6-11) - Lunedì 7 settembre 2020
A volte si sente questo tipo di confessione: "Padre, per qualche domenica non sono venuta a Messa per stare accanto a mio marito ammalato". Il sacerdote di solito risponde così: “Sorella, non hai fatto nessun peccato. La carità è il primo dovere del cristiano".
Una volta una donna mi disse che, per andare a messa nel giorno di domenica, lasciava il marito gravemente infermo solo in casa. Ed io le dissi: "Nella tua situazione fai peccato a lasciare tuo marito solo in casa”. Curare un infermo viene prima della legge fatta dagli uomini.
La carità è al di sopra di ogni legge umana. Dio è carità. Chi opera nella carità è con Dio. La carità di Dio non è intermittente ed non è neppure confinata in certi tempi o luoghi. Ce lo insegna Gesù nel Vangelo di oggi. La carità dev'essere praticata prima di ogni altra attività o dovere religioso. Se sto andando a Messa e vedo un uomo per terra bisognoso di aiuto, non posso dire: "Vado prima a messa e poi gli darò l'aiuto di cui necessità". Il fanatismo e legalismo religioso non è gradito a Dio. "Misericordia io voglio e non sacrificio", ci ripete continuamente il Signore. Non si può dire a un affamato: "Devo dire prima il Rosario e poi ti darò da mangiare".
L'atto di carità viene prima di ogni altra azione.
La carità è vita. Chi ama, promuove e comunica la vita. Un sacerdote non può dire a un penitente: "Sei venuto fuori orario, non posso ascoltare la tua confessione”. Se dicesse ciò, farebbe una grave mancanza d'amore.
Amen. Alleluia.
(Padre Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)