Il GRANELLINO - (Lc 5,33-39) - Venerdì 4-9-2020
"I discepoli di Giovanni digiunano e fanno preghiere", i farisei e gli scribi dicono a Gesù con tono di rimprovero. Molti devoti della Regina della Pace (Medjugorje) digiunano il mercoledì e il venerdì.
Ed è una cosa molto buona affinché non si viva solo per il cibo. Il digiuno ci ricorda che non di solo pane vive l'uomo ma anche di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Il digiuno ci ricorda che ci sono persone che non hanno il pane quotidiano e noi dobbiamo essere le mani della Divina Provvidenza che distribuiscono il pane agli affamati. Se si digiuna senza aiutare i poveri non è un digiuno gradito a Dio.
Il digiuno poi ci prepara a pregare e non a fare le preghiere. C'è una differenza abissale tra il fare le preghiere e il pregare. Il fare le preghiere non ti mette in relazione con Dio, ma il pregare è instaurare una relazione personale e vivente con il Signore. Uno potrebbe dire: "Ho detto il Rosario e ho fatto il mio dovere!".
La preghiera è un atto di fede, speranza e carità. Pregare significa vivere costantemente alla presenza di Dio che ci perseguita con il Suo amore. Vivendo alla presenza di Dio, la bocca si apre per lodare e benedire Dio con gemiti meravigliosi.
La preghiera continua è fatta di segmenti che alla fine della giornata diventano una linea continua. Le preghiere non cambiano il cuore dell'uomo, ma il pregare ha il potere di farlo. Tu...preghi o fai le preghiere?
Amen. Alleluia.
(Padre Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)