La prima volta furono Maria e Giuseppe a deporre Gesù in
una mangiatoia, ad adagiare Gesù avvolto in fasce in un lettino di fieno. Un gesto che chi ha tenuto almeno una volta in braccio un bimbo così piccolo ricorderà come pieno di cura, attenzione, dolcezza. Niente ci sembra più fragile di quella vita appena nata che abbiamo tra le mani. Niente ci fa sentire così inadeguati e impreparati. Niente suscita così tante domande. Niente è così debole e allo stesso tempo potente come la vita in quel suo inizio.
Francesco d’Assisi aveva capito che quel gesto andava non solo raccontato, ma ripetuto, vissuto, ogni Natale. Perchè in quel gesto, c’è nascosto tutto il nostro rapporto con Dio.
Così, a Greccio, realizzò il primo presepe della storia.
A distanza di secoli, anche noi, in questa notte vogliamo lasciarci affascinare e commuovere dalla bellezza del presepe.
Il mirabile segno del presepe suscita sempre stupore e meraviglia: innanzitutto perchè manifesta la tenerezza di Dio. Lui, il Creatore dell’universo, si abbassa alla nostra piccolezza.
Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui.
(cfr. Lettera Apostolica Admirabile Signum del Santo Padre Francesco).