Nell'ottocento Torino era una città all'avanguardia nel campo economico
ed in quello ecclesiale anche per la presenza di un buon numero di sacerdoti preparati, attivi e, soprattutto, spiritualmente ferrati.Da un'analisi delle caratteristiche di queste figure sacerdotali, sono risultati tre tipi di preti: il prete dei sacramenti, il prete della carità ed il prete sociale. Giuseppe Tuninetti junior, sacerdote della diocesi di Torino ed autore di questa distinsione, così ebbe a dire di S. Leonardo nella Rivista Diocesana Torinese del 1984: "La figura di Sacerdote piemontese di fine ottocento che a me pare più nuova, più originale e più rispondente ai tempi nuovi è Leonardo Murialdo che appartiene a quel gruppo di preti sociali che si resero conto della rivoluzione industriale e sociale e tentarono nuove vie di apostolato e di presenza"
Tale definizione la dice lunga su quelle che sono state le attività a carattere sociale del Murialdo, che nel 1865, quando per la prima volta soggiornò a Parigi nel seminario di S. Sulpizio per completare la sua formazione teologica e pastorale,venne a contatto con il mondo sociale e conobbe nuovi metodi educativi ed assistenziali; successivamente per aggiornarsi in merito fece altri viaggi a Parigi e Londra, in quando una delle sue principali preoccupazioni era quella di "fare il bene, ma farlo bene". A Torino, quindi, non si limita ad interessarsi dei ragazzi degli istituti che gestisce, ma partecipa al movimento operaio cattolico piemontese e successivamente italiano, propone nuove leggi sul lavoro in favore soprattutto dei fanciulli, si fa promotore della buona stampa, contribuendo alla nascita ed alla diffusione della "Voce dell'operaio" che poi diventerà "La voce del popolo" e partecipa agli incontri di coloro che saranno i fondatori dell'Azione Cattolica".
Nel 1876 nasce a Torino per opera del Murialdo e dei suoi collaboratori un organismo, che viene considerato come il primo ufficio di collocamento, costituito da un comitato di volontari che si preoccupa di trovare lavoro agli apprendisti e ne tutela i diritti e gli interessi; da questo ufficio nascerà nel 1895 il "Segretariato del popolo"che assisterà gli operai nei loro bisogni.
Per tutelare i fanciulli che nelle fabbriche venivano sfruttati, propone di spostare a 14 anni l'entrata nel mondo del lavoro, idea, per quei tempi, prematura e quasi utopistica, ciò, però, ci fa capire quanto il Murialdo fosse proiettato nel futuro e quanto avesse a cuore la sorte dei giovani.
Le numerose visite alla Generalia, carcere minorile di Torino, dove erano rinchiusi ragazzi difficili o accusati di azioni scorrette che, però, non venivano rieducati, ma spesso maltrattati ed umiliati, fanno sentire al Murialdo l'esigenza della creazione di istituti formativi, come le colonie agricole, dove i ragazzi venivano rieducati attraverso il lavoro.
Nel 1878 fonda quella di Bruere presso Rivoli e nello stesso anno la casa-famjglia per giovani operai che consente ai giovani usciti dai vari istituti artigianelli di avere un alloggio e del vitto ed immettersi con più tranquillità nel mondo del lavoro. Numerose sono le opere assistenziali di cui il Murialdo ed i suoi collaboratori si fanno promotori per poter fornire ai giovani un'educazione cristiana ed un mestiere onde evitare che vadano a finire nei riformatori.
Vedi anche: San Leonardo ed i giovani