L'editoriale del padre Generale
Tullio Locatelli pubblicato nell'ultimo numero della rivista Vita Giuseppina, settembre-ottobre 2018.
Il 14 ottobre 2018 viene proclamato santo il papa Paolo VI. E' il papa che ha proclamato beato il Murialdo nell’anno 1963 e poi canonizzato nel 1970.
C’è quindi un forte legame tra la nostra famiglia religiosa e questo pontefice, perchè ha segnato le tappe fondamentali del riconoscimento da parte della Chiesa della santità del Murialdo.
Chi era presente nel 1963 nella basilica di San Pietro, si ricorderà di come abbiamo accolto nel pomeriggio di quel giorno 3 novembre, papa Paolo VI che con noi veniva a venerare il novello beato. La parte centrale della basilica era occupata dagli scranni dei padri conciliari, perchè si era nel vivo del Concilio Vaticano II. Una coincidenza che diede alla beatificazione del Murialdo una risonanza veramente cattolica.
Nel 1970 ci fu un clima del tutto diverso: chi avesse la pazienza di fare un confronto tra le due documentazioni, quella della beatificazione e quella della canonizzazione, si renderebbe conto: sparita la sedia gestatoria, tolti i flabelli attorno al pontefice, tagliate le "code" ai cardinali... tutto più semplice e familiare, ma non per questo meno solenne e coinvolgente.
Di papa Paolo VI si ricordano soprattutto le parole con le quali presentò al mondo intero e alla Chiesa la figura del nostro fondatore.
In occasione della beatificazione disse: questo nuovo beato non è un uomo lontano e difficile, non è un santo sequestrato alla nostra conversazione; è un nostro fratello, è un nostro sacerdote, è un nostro compagno di viaggio". Presentando poi la figura umana di Leonardo Murialdo, Paolo VI affermava: "Se davvero lo avviciniamo (...) ci accorgeremo di certa sua nascosta profondità interiore, di certa sua inflessibile costanza in tante non facili virtù, di tante sue finezze di giudizio, di tratto, di stile...".
Sette anni più tardi Paolo VI nella sua omelia sul Murialdo dava spazio soprattutto alla sua opera in favore dei giovani del mondo operaio, ricordando le varie iniziative intraprese dal nostro fondatore, tanto da definirlo: "È un pioniere della educazione specializzata dei giovani lavoratori. (...) ll Murialdo ha l’intuito preveggente delle forme pedagogiche, professionali, associative, legislative, che dovranno dare alla nuova popolazione industriale l’istruzione, l’awiamento, la solidarietà".
Dunque la canonizzazione di Paolo VI ci riporta ancora una volta al Murialdo, alla sua figura di uomo e di sacerdote, al suo carisma di fondatore e di santo, alla sua vita interamente donata a Gesù e ai giovani poveri.
Ci riporta anche a quel clima di fiducia e di speranza, che ha segnato la celebrazione del Concilio Vaticano II e a quel clima di gioiosa scoperta che faceva dire a noi, giuseppini e laici di allora, con meraviglia: "Siamo proprio
figli di un grande santo".
p. Tullio Locatelli
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