Una mattinata di Filosofia a Cefalù
con uno dei più grandi filosofi viventi, Jean-Luc Nancy.
“Incontrare un filosofo contemporaneo come Derrida” risponde Nancy, “significa incontrare un uomo che pensa, riflette e ragiona nello stesso mondo in cui vivi tu”. È sempre stato il paradosso di un insegnamento durato più di trent’anni, trovare una cinghia immediata per consentire agli alunni di incontrare i vari filosofi riproiettandoli nel loro universo che non è quello in cui vive l’alunno, e il non riuscirci significa portare i ragazzi a valutare come inutile uno sforzo colossale di pensiero quale quello di Platone o di Aristotele.
In tempi di coronavirus la prof.ssa Maria Antonietta Spinosa ha dovuto ripensare questo incontro non più come in presenza, ma come virtuale, come le tante dirette a cui ci stiamo abituando e alle lezioni a distanza che in tanti, anche improbabili, hanno imparato a fare in questi giorni.
Il progetto “Umanesimo dell’altro uomo per una cittadinanza attiva” lo richiedeva come indispensabile, e due coautori del progetto come lo scrivente e Cetty Arrigo, si stanno allontanando dalla scuola… Per cui era un debito che si doveva onorare, e, per questo anche io ho voluto partecipare, visibile in cam, ma non ascoltabile per un microfono assente. Ma c’ero, con tutta la curiosità e la passione che un incontro del genere ti suggerisce.
Nancy delinea subito il campo, con la semplicità brillante del suo francese leggero. L’Individuo é inconcepibile senza l’appartenenza alla Comunità. Non solo perché siamo stati generati biologicamente, ma anche perché quelli che ci hanno generati lo sono stati a loro volta e perché l’intera nostra vita è costellata da incontri e scontri all’interno di un gruppo a sua volta in interazione con altri gruppi. Una “illusione “la presunta autonomia dell’individuo, vera l’alterità con la quale sempre ci confrontiamo. E questa modalità di confronto sta per essere riscritta dal coronavirus, che testimonia la collettività del nostro vivere e del nostro morire.
Il prof. Nancy si è voluto fermare a questo punto, certo di aver creato un ambito in cui tutte le domande del pubblico sarebbero confluite. Confesso che non mi sentivo d’accordo con questa impostazione, che io avrei arricchito la sua relazione, ma il seguito dell’incontro mi ha dato torto perché le domande degli alunni e il modo in cui il prof. Nancy ha voluto rispondere hanno aperto un varco di autentica riflessione a tante teste, quale la filosofia più bella deve saper provocare.
L’incontro con l’esistenzialista Derrida… Ti fa scoprire che il filosofo indaga l’oggi e va dissolvendo quell’Io assoluto che era il vanto della filosofia Hegeliana per gettarci nell’alterità.
La trinità del Cristianesimo, le relazioni fra le tre persone… Nancy si entusiasma davanti a questo interrogativo. Parlare di un Dio Uno in Tre persone significa valorizzare le relazioni, superare la visione di un Dio assoluto e distante che ci guarda dall’alto senza amore, senza sofferenza, senza vicinanza.
La democrazia, come valore… Attiene al mondo dell’organizzazione per assicurarci i beni, le disposizioni, le tecniche di comportamento, ma lascia dietro di sé il vero mondo dell’uomo, il mondo dell’amore. Questo tipo di mondo è quello in cui mezzi e fini coincidono ed è proprio delle società religiose. Mi guardavo intorno e pensavo alle serate passate ad ascoltare il Presidente Conte che snocciolava i suoi provvedimenti e, a come sembrava strano sentirlo parlare di abbracci, di quel qualcosa che, al di là dei virus e delle rassicurazioni ci è mancato come gesto per dire di sì alla vita.
Le reti? ….Come parlarne male, senza questi nuovi strumenti l’incontro non ci sarebbe potuto essere, e tanti volti si sarebbero persi nel nulla. E Nancy prosegue. Si sta preparando una rivoluzione di tipo “spirituale” che, dopo il virus ridisegna il nostro modo di stare insieme, di vivere la vita, di cercare i contatti fra di noi. La suggestione è quella per cui la società romana-pagana si è trasformata in cristiana, la spiritualità medievale si è riconvertita nell’umanesimo, il mondo di ieri è diventato capitalista. E le rivoluzioni sono avvenute per stanchezza ed esaurimento di valore nelle comunità precedenti.
E quella nostra Cefalù della cattedrale normanna, aperta a tutte le diversità…. Bene, sottolinea il prof Nancy, questa Cefalù non esiste più. A parte le caratteristiche geografiche, Cefalù si è globalizzata, avrà il suo mcDonald’s (paninerie), e un giapponese non sarebbe più uno straniero, perché i suoi gesti ormai sono diventati comuni.
E questa “nuova spiritualità”?…. È tuttora da scrivere, e ci rimanda all’essere con, “all’avec”, alla nuova vicinanza e a quei gesti che potranno, al di là dei tamponi, ripensare i nostri legami nella vita e nella morte. A questa morte che abbiamo imparato a far scomparire con i video montaggi, che pensavamo di allontanare nei secoli, e che, improvvisamente ci colpisce lasciandoci stupiti e senza fiato.
Il saluto degli alunni e “la canzone per Elena” dal “Nuovo cinema paradiso” hanno concluso l’incontro insieme alla voce lontana della prof.ssa Cetty Arrigo che cita il famoso barone del liceo, una idea filantropica di ieri che spera di autenticarsi anche domani. Tutto ciò ci ricorda che, si è trattato di un incontro, reso ufficiale dal Dirigente Scolastico Francesco Di Majo e connotato nei tempi. Ma, dopo tutto ciò, vi è ancora qualcuno disposto ad affermare che la Filosofia, parafrasando Carducci,non valga quattro paghe per il lesso?
Peppino Re