Martedì 26-2-2019 (Mc 9,30-37)
Poichè i primi discepoli pensavano che Gesù sarebbe stato un re politico, tra di loro discutevano (litigavano) chi tra loro avrebbe occupato i primi posti ne futuro regno Gesù . Si vede che la discussione era diventata molto animata perché Gesù li rimprovera fortemente dicendo che non avevano capito proprio niente circa i suoi insegnamenti.
Perché ci sono tante discussioni (litigi verbali) nelle case religiose, nella vita familiare, nella politica, nei luoghi di lavoro e nelle comunità parrocchiali? La causa è una sola: il desiderio diabolico di essere il primo e il più grande nell'ambiente in cui si vive e si opera. Perché si lotta per essere il primo e il più grande? Per un solo motivo: avere il potere di comandare.
Che significa comandare? Significa dire a qualcuno: "Vieni qui! Vai là! Fai questo!". Fino a quando si nutre il desiderio di comandare nel mondo dove non c'è la consapevolezza della presenza di Dio, tale atteggiamento è comprensibile, ma che ciò accade negli ambienti religiosi è veramente scoraggiante.
Oggi il Signore ci esorta a vivere l'infanzia spirituale. Cos'è l'infanzia spirituale? È vivere senza essere divorati dall'ambizione di essere al centro dell'attenzione, di essere stimati, di essere chiamati a sedere al primo posto. Il fondamento del vivere insieme è l'umiltà. L'umiltà poi è il fondamento della carità. Dalla bocca dei coniugi, dei preti, delle suore e dei responsabili della vita politica non devono mai uscire le seguenti parole: "Qui comando io".
La cosa più triste è quando il cristiano usa anche mezzi disonesti e sotterfugi per arrivare al primo posto. Il piacere di comandare e di essere servito a lungo andare genera nella persona la malattia dello spirito che si chiama paranoia. Chi è arrivato a comandare con mezzi disonesti vive in una costante paura, la paura di perdere il primo posto. Per questo motivo non vive felice. Colui che si mette a servizio del prossimo vive tranquillo perché sa che nessuno oserà togliergli il grembiule.
Il servire con umiltà e carità è di pochissimi. Perciò sono pochissimi quelli che sono guardati con compiacenza dal Signore. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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